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mercoledì 29 dicembre 2010

Thé et Pain d'Epices - L'Artisan Parfumeur

Nome del profumo: Thé et Pain d'Epices
Ditta produttrice: L'Artisan Parfumeur



Un profumo per ambiente che esprime il calore di una colazione d'inverno: pan di spezie e té nero. Un aroma leggermente affumicato, come di una stufa a legna o di un caminetto appena acceso con fascine di rami ancora un po' verdi, al mattino presto. E il tè nero carico del suo sapore confortante, che sbuffa dalla teiera in ghisa appoggiata sul tavolo. Zenzero, cannella, chiodi di garofano e miele di bosco. Un vapore morbido e profumato, sotto il velo di crosta del pane appena cotto. Tovaglieria di lino appena presa dal cassetto di legno vecchio e asciutto della cucina. E naturalmente, l'odore dell'aria fresca d'un mattino d'inverno, che sostiene magicamente tutta la composizione donandole un volume ampio e un'ariosa leggerezza.

Le Nomade - Parfum D'Orsay



Un uomo in viaggio, come suggerisce il nome, attraverso una terra senza confini. Un profumo in continua evoluzione, espressione di una personalità libera, sfuggente. La formula è un inno all'oriente, coloniale o selvaggio che sia, alla ricerca di un orizzonte sempre nuovo, fonte di ispirazione e passione.


Immagine dal sito http://www.dorsay-paris.com/

Un suggerimento cinematografico: The Darjeeling Limited di Wes Anderson. Fotografia incredibile.

Iris Estratto Triplo - Officina Profumo Farmaceutica di S.M.Novella



A pochi passi dalla basilica di Santa Maria Novella, a Firenze, si trova un angolo di paradiso per chi è appassionato di profumi, storia della farmacia e botanica farmaceutica.

Iris Estratto Triplo è un profumo per fazzoletto. Epressione di un galateo antico, arte del comportamento, eleganza meditata e compita. Un gesto ispirato al passato, a quei tratti luminosi dell'eleganza maschile oggi completamente tramontati.

martedì 28 dicembre 2010

Lezione di Profumeria - Laura Tonatto


27 Novembre 2010, Hotel Majestic di via Veneto - Roma

Cleopatra e il kiphy, Botticelli, Flaubert, Eleonora Duse. Il suo modo di esprimere le emozioni attraverso il profumo, le parole della letteratura e dell'arte. Per la prima volta incontro alcune delle sue creazioni, i suoi lavori artistici, le sue opinioni sullo stile e l'eleganza nella composizione. E' travolgente il carico di passione che anima il suo parlare. Grazie Laura Tonatto!

Royal English Leather - Creed


Finalmente lo posseggo. Me lo consegnano nel pomeriggio durante una giornata piovosa di metà dicembre. L'istinto è quello di aprire subito la confezione e indossarlo, ma qualcosa mi trattiene dal farlo. C'è qualcosa di retorico in questo profumo, che male si addice ad una coincidenza, ad un'improvvisata. Royal English Leather è un profumo che richiede una piccola meditazione prima di essere indossato. 

L'anno di creazione della prima versione è il 1781. La maison Creed, fondata da James Henry Creed appena un anno prima, si trovava ancora a Londra. Fin dal suo esordio le sue fragranze furono apprezzate per la loro qualità, raffinatezza e originalità in tutte le Corti d'Europa: da Napoleone III e l'Imperatrice Eugenia, da Francesco Giuseppe e Elisabetta d'Austria e d'Ungheria, alla Regina Cristina di Spagna.

George III by studio of Allan Ramsay.jpg

Si scopre che Royal English Leather è stato creato appositamente per Giorgio III, al secolo Giorgio Guglielmo Federico di Hannover. All'epoca Creed era il guantaio ufficiale della casa reale ed il re era talmente innamorato del profumo dei suoi guanti, da chiedere a James Henry Creed di creare un profumo che avesse lo stesso incantevole odore dei guanti.

George III Signature.svg

Royal English Leather è un profumo dalla struttura classica, imponente  ma perfettamente equilibrata. 

Un profumo da indossare col riguardo che si deve ad una formula antica quanto la profumeria alcolica, un'opera d'arte contemporanea ai lavori di Mozart, Kant e Messier. Universale e meravigliosamente elegante.

Il Gattopardo - Luchino Visconti: il Principe, il Genio, le Zagare

"La scena finale del ballo duro' 36 giorni di lavorazione. E Visconti, aristocratico ed esteta, desiderava ogni giorno fiori freschi sul set (che faceva arrivare direttamente da Sanremo con aerei privati), candele e camini sempre accesi... con 40 gradi all'ombra".



Nel 1963 il 'Gattopardo' ottenne la Palma d'Oro a Cannes, tre Nastri d'argento e il David di Donatello.


''Dopo la proiezione del film mi rivolsi a Luchino Visconti dicendo che non aveva fatto solo un bel film. Ma qualcosa di più. Era riuscito a farmi sentire personaggio, mi aveva trascinato di prepotenza nella storia, mi aveva fatto pensare in siciliano, accecato con la forza del suo sole, stordito con il profumo delle zagare...''. 


Tratto da un'intervista a Goffredo Lombardo, patron di Titanus, la casa cinematografica italiana che produsse nel 1963 "Il Gattopardo", con la regia di Luchino Visconti.  Intervista originale di Carmela Piccione © ADNKRONOS - Settembre 2004

lunedì 27 dicembre 2010

Il Profumo - Patrick Suskind

Ho letto questo libro dopo averne tanto sentito parlare, digiuno anche della sua trasposizione cinematografica. L'ho trovato un romanzo interessante ma non un capolavoro. Indubbiamente ottimo il pretesto letterario, discreta l'ideazione dei personaggi, ho trovato poco equilibrata la struttura del racconto. Vale la pena di leggerlo ma non ne farei un "testo sacro" nè per gli appassionati di romanzi storici nè per quelli di storia della profumeria.

Gli spunti più interessanti sono quelli che riguardano l'interpretazione del ruolo degli odori nel riconoscimento del proprio sè da parte di Grenouille, il personaggio principale, e da parte del resto del mondo. L'odore viene posto ad essere l'emanazione più autentica dell'essere umano, capace di mettere in relazione ad un livello preconscio ciascun essere vivente con i propri simili. Grenouille, privo di un odore proprio, si trova dapprima a creare per sè stesso l'odore di un essere umano, riuscendo in questo modo a farsi accettare dal resto dell'umanità, poi a volerne dominare totalmente l'inconscio come forma di rivalsa personale e compimento assoluto. L'epilogo offre una chiave di lettura meravigliosa, ma è giusto non svelarne alcunché.